Firmato il protocollo sulle misure per frenare il contagio
In questi giorni di forte difficoltà, Rigomma si unisce al ringraziamento che la Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha rivolto a tutto il mondo del trasporto, che con tenacia e coraggio sta assicurando la continuità nell’approvvigionamento di tutte le merci.
«Voglio ringraziare trasportatori e operatori della logistica italiana. Senza di voi il paese si fermerebbe completamente, non avremmo i generi di prima di necessità e non potremmo rifornire gli ospedali. Grazie!»
La Ministra assicura inoltre una serie di procedure per garantire la massima sicurezza a tutti coloro che lavorano in questo settore.
E’ su questa linea infatti che si inserisce il protocollo appena siglato sulle misure aziendali per frenare il contagio, e preservare la salute dei lavoratori.
«Dopo diciotto ore di un lungo e approfondito confronto, è stato finalmente siglato tra sindacati e associazioni di categoria il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro. Per il bene del Paese, per la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori. L’Italia non si ferma».
Sono le parole che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte affida a un tweet per commentare il protocollo contenente le nuove regole sul lavoro nell’emergenza Coronavirus. In pratica si tratta di un campionario di comportamenti, sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil con il governo e la parte datoriali, per adottare tutte le misure utili per contrastare e contenere la diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro.
Il protocollo è lungo, ma la parte che maggiormente interessa gli autotrasportatori o i corrieri è quella relativa all’ingresso in azienda da parte di fornitori esterni. I punti interessanti, in particolare, sono due, uno un po’ più generico, l’altro puntuale. Il primo riguarda l’ingresso di autisti di mezzi di trasporto nelle aree dell’azienda. Il protocollo dice che «se possibile, gli autisti dei mezzi di trasporto devono rimanere a bordo dei propri mezzi». Ma soprattutto aggiunge che il loro accesso negli uffici «non è consentito per nessun motivo».
Rispetto alle attività necessarie per preparare «le attività di carico e scarico, il trasportatore dovrà attenersi alla rigorosa distanza di un metro». Ovvio, che in questo caso l’espressione «se possibile» è in qualche modo generica, nel senso che è quanto meno complicato stabilire in assoluto il confine tra ciò che lo è e ciò che non lo è.
Molto più puntuale, invece, il punto in cui si dice che l’azienda deve individuare o installare «servizi igienici dedicati, prevedere il divieto di utilizzo di quelli del personale dipendente e garantire una adeguata pulizia giornaliera».
Tutto ciò, quindi, renderebbe non consentiti quei cartelli apparsi nei giorni scorsi in cui si vietava l’utilizzo dei bagni da parte degli autisti, nel senso che l’azienda che riceve le merci non può rifiutarsi di far usare un bagno ai conducenti, ma deve individuarne uno a loro dedicato e provvedere a una pulizia quotidiana. E laddove non ce ne sia uno esistente, deve provvedere a installarlo. Sull’effettivo grado di attuazione del protocollo è difficile fare previsioni.
Certo è che, come sottolinea anche la Cgil, la sottoscrizione del testo da parte del Governo dovrebbe sicuramente favorirlo. E comunque, atteggiamenti come quelli riscontrati in molti centri di carico sarebbe sicuramente denunciabili come illegittimi.
Non riguardano specificatamente i trasportatori, ma sono applicabili anche alle aziende di trasporto la prescrizione di mettere a disposizione dei lavoratori idonei mezzi detergenti per le mani, l’utilizzo delle mascherine in conformità a quanto previsto dalle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità o, in caso di difficoltà di approvvigionamento e alla sola finalità di evitare la diffusione del virus, ricorrere a quelle indicate dall’autorità sanitaria.